Crispelle con le acciughe e la ricotta, Street Food Catanese

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Le crispelle, dette anche nella Sicilia orientale sfinci, dall’etimo arabo “sfang”,fanno parte del finger food catanese sopratutto nel periodo che va da Natale a San Giuseppe, le si possono gustare in qualunque piccolo o grande centro siciliano.

Lo stuzzicante profumo per tanti emigranti rappresenta l’insostituibile richiamo olfattivo della sera di festa invernale, invano cercato, con struggente nostalgia, nel profumo di altre nordiche frittelle.

Il perché di questa quasi impossibilità di rifare altrove queste crispelle è presto detto: si tratta anzitutto di “quantità”, poi di esperienza.
La tenera pasta delle crispelle vuole lievitare a lungo entro i grandi recipienti di ceramica smaltata e poi le crispelle vanno fritte, a galleggiare, nel grande padellone di oltre in metro di diametro e profondo circa cinquanta centimetri. Ma la tecnica, raffinata e veloce, nel manipolare la pasta quasi liquida, è qualcosa che veramente non s’insegna: tutti possono diventare “pizzaioli”, ma bravi “crispellari” no: la tecnica del “virtuoso” è un dono ancestrale e nativo ed il popolo segue con rapita ammirazione il lavoro, fatto a “vista”, del bravo crispellaro.

 

La ricetta e il passo passo fotografico continua qua